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Del veder leggero e forte

di DEBORA FERRARI

2003

 

Non si tratta di comprendere dei fatti artistici leggendoli in una luce necessariamente di pura artisticità, occorre capire un fenomeno e l’intelligenza che lo ha mosso.

Di fronte a percorsi di luce e colore la simbologia e la metafora si fanno avanti spontaneamente. La materia come elemento terreno e umano, la luce come elemento spirituale che, trapassando la realtà, unisce idealmente il cielo e la terra, le forze infernali con quelle celesti, l’immanente con il trascendentale, come è in quasi tutte le culture mitologiche.

Ma la forte novità dell’arte contemporanea è nell’immaginario, liberato (dalle incisioni rupestri all’Impressionismo quanti commenti patetici e poetici e strutturalisti e formalisti hanno oggettivizzato il mondo dell’arte!).

Ora siamo in un’altra epoca. Di fronte alle opere di questo giovane artista è inutile voler cercare percorsi già detti, storie già sentite, le storie le inventiamo noi.

Liberato l’immaginario, svincolate le dimensioni delle opere, ricontestualizzata l’operazione artistica, l’arte non oggettivizza, semmai oggettualizza. Come? Attraverso la materia, immettendo nel quadro anche con pochi elementi un afflato vitale, poetico, che rende ‘il veder leggero’… L’arte che si fa oggetto d’arte è un’arte che si ribella e grida di voler esistere. L’arte come dato esistenziale, non razionale. E la materia la si domina solo se si è capaci di obbedirle, di metterla in sintonia col proprio corpo che è ritmo, misura, tempo.

“Nous ne voulons pas reproduire – scriveva Arp nel 1932 – nous voulons produire, comme une plant produit son fruit”. Paracchini non riproduce, fa. Le sue opere, anche nel discorso monocromo o bicromo, mantengono il rapporto tra bidimensionalità e spessore dell’opera (che in certi casi diviene quasi scultura o affresco), hanno una dimensione spazio-temporale, la prima per collocarla, la seconda per leggerla. Ed è forse la dimensione tempo la più forte nelle opere di Paracchini. Un tempo relativo, non assoluto, che è quello impiegato per correre entro tutti quei piani profondi o aggettanti di tavola e tela e pigmenti, e riuscirne trasformati, dopo un duro scontro con l’opacità della materia e l’ostruzione che questa fa per condurre alla pienezza dell’opera.

Tutta la fatica costruttiva dell’autore si cela dentro il silenzio di opere talvolta austere e forti, la pienezza umana dell’artista si rivela dal suo immaginario. Ma l’arte è meraviglia. Dire è altro.

Paracchini non riproduce, fa. Le sue opere, anche nel discorso monocromo o bicromo, mantengono il rapporto tra bidimensionalità e spessore dell’opera, hanno una dimensione spazio-temporale, la prima per collocarla, la seconda per leggerla.

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Una tesi

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Dopo una lunga pausa di silenzio, nel 2015 inizia un nuovo progetto: “Nuovo umanesimo”. Si assiste al ritorno della pittura, ma in modo ancora più estremo. Il punto di partenza è ancora l’immagine fotografica, il reale. Ma a differenza del “periodo blu” (La storia...

Il suicidio dell’arte

di PABLO ECHAURREN 2001 C’è un lungo sottile ma pervicace fil rouge che collega les Arts Inchoherents a chi non si piega a grufolare nella congrega della volgarità insita nella serietà forzata, nelle logiche paludate, orchestrate per essere le plus applaudite, c’è...

15-16 anni

Questo progetto ha previsto la realizzazione di una serie di testi, scritti da alcune studentesse di 15-16 anni, del liceo artistico Preziosissimo Sangue di Monza. Dopo aver visto le opere di Riccardo Paracchini, questi sono i risultati. Il progetto è stato realizzato...

Madonne in cerca d’identità

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Il Natale di Elvis

Un racconto di Chandra Livia Candiani per Doppiozero, illustrato con alcuni dipinti di Riccardo Paracchini.

Esistenze acefale

di MAURIZIO MEDAGLIA  2006   Un cielo blu che circonda e circola sopra, sotto e intorno a bianchi ectoplasmi di vesti dalle quali fuoriescono frammenti, escrescenze, di carne; un cielo blu, una ghigliottina celeste, che mozza le teste a figure intere tenute...

La teoria della pittura

di GIOVANNI FICETOLA 2002   Alla prima occhiata, emerge subito il rapporto sfondo-soggetto delle opere: lo sfondo è monocromo, quasi sempre blu. Il blu viene usato nelle quattro opere che sono probabilmente ambientate in interni. Il blu è però normalmente il...

L’altra idea di sospensione

di ROBERTO BORGHI 2002   In altri tempi la si sarebbe forse definita una tendenza. Oggi quest’espressione – che possiede molteplici sfumature irritanti – è stata generalmente accantonata, ma permane nella sua accezione letterale, nella sua pretesa di descrivere...

Il senso della pittura

di LUCIANA RAPPO 1999   Il blu è denso, magmatico, mistico. La veste bianca: e il colore va a posarsi su una figura, le si spennella addosso, la cancella e la ricrea lasciando affiorare le mani, il collo, i piedi, raramente le labbra, mai uno sguardo. Oppure il...

Bellezza, orizzonte di umana libertà

di GIOVANNI GAZZANEO 2021 Non esiste orizzonte senza cielo. Non esiste corpo senz’anima. Rinunciare al cielo, archiviare l'anima è rinunciare alla verità della vita, alla sua bellezza, alla promessa di felicità, a quella gioia che da fanciulli riempie il cuore e che...

Testi e opere

EBOOK   2019 Un catalogo storico delle opere di Riccardo Paracchini. Un libro ricco di testi e immagini che ricostruiscono la vita dell’artista. Testi di: Hans Boden, Pierangelo Sequeri, Sergio Mandelli, Chiara Mari, Luca Scarabelli, Maurizio Medaglia, Debora Ferrari,...

Rosso

Il progetto “Rosso” è il primo dei grandi temi, o periodi, affrontati dalla ricerca di Riccardo Paracchini. Questo progetto si svilupperà dagli anni ’80 (1989 circa) al 1997. Al progetto “Rosso” seguirà "Storia sulla pittura" – Blu e Rosa –, fino al “Nuovo umanesimo”....

Pitture segrete

di ELENA DI RADDO 2000 “Li sogni diventan sempre/en tute le favole/una autentica passione,/una ebrezza de magia a tempo de core” recita il cantastorie alla principessa, chiusa con il suo dolce sorriso nel giardino incantato della primavera. La storia racconta di...

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Delle Pietre e dell’Anima

di ELENA DI RADDO 1992   Nello spazio come ‘luogo del divenire’ lavora Riccardo Paracchini, che dà importanza anche all’elemento cromatico come suscitatore di emozioni e sentimenti che appartengono all’intimo. La sua è forse la ricerca più intimistica (...), una...

Incontro con Lea Vergine

di VEGETALI IGNOTI    2001   Nel settembre 2001 come Vegetali Ignoti (Riccardo Paracchini e Luca Scarabelli) abbiamo incontrato Lea Vergine. E le abbiamo posto alcune domande sulla sua vita privata. Quindi abbiamo lasciato trascorrere un anno, e ci...

Fiori

Questi lavori sui fiori sono dei ritratti. Sono il desiderio di rappresentare l’indefinibile, l’irrappresentabile, il non tangibile: ciò che noi, come esseri umani, avvertiamo e sentiamo. Paracchini non raffigura, ma recupera attraverso la forma antica della pittura...

La semplicità dell’impossibile

di PIERANGELO SEQUERI 2016 La scena dell’Annunciazione è stata certamente un tema di speciale affezione per la tradizione iconografica. L’artista, il suo meglio, lo dà come spirito sensibile alla potenza dell’immaginazione che ricrea l’evento. Non è l’esegesi del...