Alberi nel giardino
Il Signore Dio passeggiava nel giardino alla brezza del giorno.
Genesi 3,8
PREMESSA
Questo ciclo di pitture fa parte del progetto “Nuovo Umanesimo”.
Negli anni precedenti avevo sviluppato il progetto “Rosso” in cui introducevo il segno spirituale attraverso il colore rosso. Da quello passai al progetto Blu “Storia sulla Pittura”, in cui il segno diventa immagine, si fa presenza. Da quello sviluppai il progetto “Nuovo Umanesimo”, in cui comparve il Corpo.
Tutto ciò seguendo uno stile che si rifà alla storia dell’arte italiana, come recupero della memoria.
Questo dunque il cammino che collega i vari progetti: Segno e Simbolo, Immagine e Presenza, Corpo.
SVILUPPO
Questo progetto presenta una serie di dipinti di alberi.
Una serie di alberi che non sono solamente degli alberi. L’albero è l’immagine di una presenza. Ci parla dell’Uomo, della sua origine, del suo cammino. Si tratta dunque di un progetto sull’umanità.
Il ciclo pittorico sull’albero è lo sviluppo ideale dei precedenti progetti. In particolare vuole essere un ritorno alla presenza di Dio, come sempre attraverso una pittura semplice e ideale.
L’idea nacque volendo dipingere un albero. Man mano che dipingevo mi accorsi che non stavo facendo ciò che volevo, ma ciò che dovevo fare. Accompagnato durante la dipintura dall’Ufficio delle Letture, è nato così il primo albero ed il titolo del progetto tratto dalla Genesi (3,8): “Il Signore Dio passeggiava nel giardino alla brezza del giorno”. Questo è il titolo della mostra.
Quest’immagine del Regno di Dio l’ho ricollegata al Vangelo di Marco (4,30-32) in cui Gesù parla: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
L’albero non è dunque un albero. L’arte e il dipinto non sono ciò che ci appaiono ma ciò a cui ci rimandano.
L'immagine dell'albero
Cit. Don Mario Campisi:
L’albero è l’immagine naturale della stabilità. Se continuamente trapiantato da un terreno all’altro, c’è il rischio che muoia. L’immagine dell’albero come stabilità radicata è l’immagine stessa della fede come radicamento.
Credere è un radicarsi sempre più in Dio. Già dalla prime pagine della Bibbia risulta che il credere è la via obbligata per accedere all’albero della vita nel paradiso terrestre: “Se non credete – dice Isaia (7,9) – voi non avrete stabilità”.
L’altro aspetto del rapporto “vite-tralci” è la “fecondità”: “Chi rimane in me ed io in lui, porta molto frutto” (v. 5). L’albero come immagine della stabilità della vita del discepolo non è solo figura della sua fede, ma anche della sua speranza che è un po’ come la fecondità della fede.
Non si spera veramente a partire dalla vita presente ma a partire dalla vita futura. Diceva La Pira in una sua lettera: «Togliete il ramo secco dell’ateismo e vedrete quel tronco rifiorire a nuova vita e speranza per tutti».
L’albero come immagine della vita dell’uomo è anche immagine della storia e del futuro di una comunità. Ricomporci in tralci, innestati nella “vite” per il fluire della linfa vitale, è indispensabile condizione per il cammino della Chiesa, nella riscoperta della dignità della singola vocazione e missione nei limiti della costituzionale miseria e nella ricchezza del piano di Dio per la salvezza dell’uomo.
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